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Brothers in Arms: Hell's Highway
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Recensione - Brothers in Arms: Hell's HighwayXbox 360Game

Previsto inizialmente per fine 2006, il nuovo FPS di Gearbox Brothers in Arms: Hell's Highway ha visto nel tempo numerosi posticipi, arrivando finalmente nei negozi due anni dopo. Si tratta del primo episodio della serie realizzato per l'attuale generazione di console, e molti lo attendevano per rivivere quell'approccio tattico e storico che, tra i titoli bellici, solo questa serie era riuscita a rendere così efficacemente. Vediamo insieme se le tali aspettative siano state soddisfatte.



Gli incubi del sergente Baker
Brothers in Arms: Hell's Highway ci vede ancora una volta nei panni del sergente Matt Baker, già protagonista dei due precedenti episodi della serie, a capo di una squadra di paracadutisti americani durante la Seconda Guerra Mondiale, il 101° Aviotrasportati. Gli eventi hanno luogo quattro mesi dopo gli avvenimenti del secondo episodio della serie, e vedono stavolta Baker e i suoi impegnati come ricognitori in una missione in Olanda, l'Operazione Market Garden, con lo scopo di infiltrarsi dietro le linee nemiche ed assicurare diversi obiettivi strategici per aprire la strada ad un assalto massiccio delle forze alleate. In realtà, e questa è una gradita novità rispetto agli episodi precedenti, lo sfondo storico passa qui in secondo piano, e la storia ci vede seguire i demoni interni del protagonista: dal tormentato rapporto d'infanzia col padre, agli incubi legati ad un membro della squadra morto nel secondo episodio della serie, alle difficili relazioni con i compagni di squadra. Il tutto è narrato tramite un gran numero di sequenze d’intermezzo, durante le quali facciamo la conoscenza dei molti comprimari del gioco e vediamo dipanarsi gli eventi dell'operazione militare in corso. Quello emozionale è stato da sempre uno degli aspetti più curati in questa serie, e qui la cosa assume ancor più peso: non solo vengono narrati i complessi rapporti tra commilitoni in situazioni così pericolose, ma durante la storia inizieremo ad avere a cuore sia il protagonista che alcuni comprimari, e non mancheranno i colpi di scena capaci di colpirci dal punto di vista emotivo. Se in un gioco apprezzate molto l'aspetto narrativo, qui rimarrete sicuramente soddisfatti.

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Tattiche di squadra
A livello di gameplay Brothers in Arms: Hell's Highway mantiene la caratteristica distintiva della serie, ossia un approccio estremamente tattico all'azione bellica, rendendo al contempo l'esperienza meno frustrante e monotona rispetto al passato. In ogni missione abbiamo il controllo diretto di Baker, il quale sarà accompagnato da delle squadre di supporto (da una a tre) che potremo comandare liberamente, sia decidendo dove devono spostarsi che ordinando di attaccare determinati nemici. Ogni capitolo del gioco ci vede operare su vaste aree di territorio, e man mano che avanziamo verso l'obiettivo di turno, ci imbatteremo in gruppi di nemici che dovremo annientare prima di procedere oltre. Ogni battaglia è strutturata circa allo stesso modo: i tedeschi costruiscono una linea difensiva tra muretti, trincee, sacchi di sabbia o edifici, e noi dovremo sfruttare lo stesso tipo di ripari per fronteggiarli, cercando di trovare il modo migliore di rompere la loro difesa senza rimanerci secchi. L'assalto frontale è, infatti, la via sempre meno praticabile, poiché i nemici sono spesso e volentieri armati con mitragliatrici pesanti e il loro fronte di fuoco renderebbe la cosa un suicidio: ecco allora che vengono in aiuto le squadre di supporto, tramite le quali possiamo disegnare tattiche di aggiramento o di assalto ai fianchi più sicure ed efficaci.

A seconda delle missioni, avremo ogni volta diverse combinazioni di quattro squadre di supporto. La squadra di soppressione ha lo scopo di tenere le unità nemiche occupate con un costante fronte di fuoco mentre cerchiamo di sorprenderle di lato personalmente, o inviando loro la squadra di assalto, adatta proprio a questo tipo di attività. La squadra mitragliatori è dotata di una mitragliatrice pesante per investire i nemici con un alto volume di fuoco, ed infine la squadra bazooka torna estremamente utile per abbattere nemici riparati dietro sacchi di sabbia o piccoli muri di mattoni. Il gioco offre una mappa tattica che ci mostra il terreno di battaglia con la disposizione di ripari, amici e nemici, e risulta molto utile per pianificare al meglio l'azione. Per comandare i propri alleati basta selezionare la squadra desiderata premendo su, destra o sinistra sul d-pad, e poi premendo il grilletto sinistro del joypad compare a terra un puntatore che potremo spostare dove vogliamo: indicando una posizione sul terreno, ordineremo alla squadra di spostarsi lì, mentre puntare direttamente un’unità nemica equivale ad un ordine di attacco. Questo sistema, seppur apparentemente semplice, nelle situazioni più concitate crea alcuni problemi: è difficile ad esempio ricordare quale squadra sia associata alle varie direzioni del d-pad, e puntare i nemici da attaccare o postazioni da raggiungere non è sempre semplicissimo quando non si ha la visuale completamente libera.

Oltre a comandare le squadre di supporto, possiamo ovviamente agire in prima persona nei panni di Baker, e qui troviamo le meccaniche di un classico FPS, comprese un paio di novità ormai tipiche degli sparatutto di questa generazione: un sistema di copertura "alla Gears of War" ed un sistema di salute che ci permette di guarire automaticamente mettendoci al riparo e riposando alcuni secondi dopo aver subito delle ferite. Come sistema è molto soddisfacente, anche se non perfettissimo: a volte il gioco sembra non volerci "agganciare" al riparo scelto (tramite la pressione del pulsante dorsale sinistro), lasciandoci mortalmente esposti al fuoco nemico. Facendo più prove abbiamo verificato che, per alcuni ripari, il pulsante va premuto quando si è vicini ma non proprio attaccati al riparo, altrimenti non funziona.

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In un gioco del genere, poi, l'intelligenza artificiale di nemici ed amici è fondamentale, e qui abbiamo riscontrato risultati alterni, seppur globalmente soddisfacenti. Il comportamento dei nemici è generalmente credibile e realistico: quando ci vedono avvicinare troppo indietreggiano spostandosi in altri ripari per raccogliere le forze, ma a volte fanno scelte del tutto suicide, sopratutto quando presi ai fianchi. Infatti, più di una volta abbiamo assistito a scene come questa: la squadra di soppressione o mitragliatrice punta un’unità tenendola immobilizzata dietro un riparo, e nel frattempo noi la raggiungiamo di fianco per poterla finire. In questo contesto, i nemici si accorgono della nostra presenza, ma invece di spararci rimanendo al riparo, si alzano in piedi noncuranti dell'altra squadra che li sta bersagliando, e finiscono rapidamente crivellati. Riguardo le squadre alleate, queste si comportano sempre molto bene, scegliendo i ripari migliori e spostandosi da uno all'altro solo se questo non significhi diventare facili bersagli dei tedeschi. Molto bello poi quando ci avviciniamo a dei nemici senza che questi ci abbiano ancora scoperti: tutti i nostri compagni sono molto circospetti e parlano sussurrando a bassa voce per non rivelare la propria posizione. Questo aumenta di molto l'immersione nell'atmosfera bellica.

L'IA alleata presenta però delle lacune nel calcolo dei percorsi da fare per raggiungere luoghi distanti tra loro: un paio di volte abbiamo assistito a scelte suicide, con i nostri soldati che invece di camminare dietro delle coperture vi passavano davanti, esponendosi così al fuoco nemico. Abbiamo così imparato ad impartire ordini di spostamento brevi tra ripari adiacenti, ma ovviamente non è il comportamento che ci aspetteremmo da delle truppe ben addestrate.

Complessivamente, comunque, il sistema di gioco è molto ben congegnato, e riuscire ad inchiodare i nemici in situazioni che ad un primo sguardo sembrano impossibili da risolvere, dà sicuramente grandi soddisfazioni. Il gioco propone poi tre livelli di difficoltà, modificabili al volo anche durante il gioco, quindi chi ama le vere sfide potrà tararlo secondo i propri gusti.

Prima di chiudere con il gameplay, vale la pena di accennare ad alcune sezioni di gioco inserite per spezzare un po’ il ritmo dell'azione: ogni tanto ci troveremo da soli, senza squadra, in sequenze da tipico FPS "classico", mentre altre volte saremo messi a bordo di un carro armato, con visuale in terza persona, con lo scopo di distruggere determinati obiettivi. Soprattutto queste fasi in carro armato permettono di allentare molto la tensione, perché presentano un gameplay estremamente arcade: sono molto divertenti ed abbiamo apprezzato queste distrazioni dall'azione tattica del gioco. L’ultima nota riguarda la longevità: a difficoltà normale la campagna è ultimabile in una decina d'ore, che salgono ad una quindicina a "veterano", per poi aumentare ulteriormente alla difficoltà "reale", nella quale vengono rimossi tutti gli indicatori a schermo e basta prendersi uno o due proiettili nemici per fare una brutta fine.


L'Olanda in poligoni e texture
Graficamente, Brothers in Arms: Hell's Highway presenta un livello qualitativo mediamente buono, con vari alti e bassi. Per la maggior parte del tempo il gioco non stupisce particolarmente, principalmente a causa di una mole poligonale non ricchissima e texture generalmente poco definite sia su ambientazioni che personaggi, anche se il tutto è notevolmente abbellito da un ottimo sistema di illuminazione dinamica ed un bell'uso del distance blur, che simula la messa a fuoco di quello che puntiamo con l'arma sfocando ciò che si trova a distanze diverse. Verso la fine della campagna invece s’incontrano alcuni livelli davvero stupefacenti, ambientati principalmente al chiuso o di notte a differenza dei primi che mostrano le campagne olandesi in pieno giorno. La distruttibilità di gran parte degli oggetti presenti negli scenari, anche se non tutti, aiuta poi molto la spettacolarità delle visuali: in una missione abbiamo combattuto dentro una chiesa, con le panche di legno che si danneggiavano e saltavano in aria sotto i colpi e le granate, ed è stato uno spettacolo molto impressionante. Le animazioni dei personaggi sono tutte molto ben fatte, compresi i volti che dimostrano avere una buona espressività durante le sequenze di intermezzo. Sia chiaro, siamo molto lontani dai volti di un Mass Effect (che incidentalmente usa lo stesso motore grafico, Unreal Engine 3), ma adempiono al loro dovere.

Ottimo il sonoro, con suoni di armi e rumori di guerra riprodotti egregiamente, un ottimo sfruttamento del sonoro posizionale ed un valido doppiaggio in italiano, anche se ci piacerebbe che Ubisoft ogni tanto cambiasse team di doppiatori: i ogni gioco, da Splinter Cell a Rainbow Six ad Assassin's Creed fino a questo, sentiamo sempre le stesse, riconoscibilissime voci.


Fratelli d'armi anche sul Live
Ormai è una regola non scritta che ogni gioco di questo tipo debba offrire anche una modalità multiplayer online, e Brothers in Arms: Hell's Highway non fa eccezione, facendo però il "minimo sindacale". Il gioco offre, infatti, un'unica modalità multiplayer, una versione del Cattura la Bandiera in cui due squadre si alternano per cercare di issare una bandiera sul campo di gioco, mentre gli avversari dovranno impedirglielo. Questa modalità sfoggia un alto numero di giocatori per partita, 20 in tutto, con la possibilità di usare anche carri armati e visualizzare una mappa tattica per concertare meglio l'azione con i compagni di squadra, ma il motore grafico è ridotto al minimo, senza illuminazione dinamica e con un livello di dettaglio estremamente basso. Se avete molti amici appassionati di questo gioco sicuramente riuscirete a divertirvi senza problemi, ma non ci aspettiamo di trovarlo tra i giochi più gettonati di Xbox Live.

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Uscita dall'inferno
In fin della fiera, Brothers in Arms: Hell's Highway ha confermato quanto di buono avevano già proposto gli episodi precedenti, migliorando il tutto con l'aggiunta di un sistema di copertura, nuovi tipi di unità di supporto e soprattutto una storia emozionante e coinvolgente, che narra le vicende degli uomini più che la guerra vera e propria. Se amate la tattica e le ricostruzioni belliche storicamente accurate, qui troverete il meglio che si possa trovare ad oggi, e l'acquisto è quindi sicuramente consigliato.
8.2

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L'autore

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Classe '72, dall'animo geek e appassionato da sempre di videogiochi e informatica, nel 2002 è cofondatore di MX. Il sito parte per gioco ma diventa una parte sempre più importante della sua vita insieme a lavoro, famiglia e troppi altri interessi: questo lo costringe a rimandare continuamente i suoi piani di dominio sul mondo.

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