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Dragon's Dogma
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Recensione - Dragon's DogmaXbox 360Game

Dopo una lunga attesa fatta di tantissimi filmati e screenshot rilasciati nel corso dei mesi precedenti all’uscita, arriva finalmente Dragon's Dogma, il nuovo gioco di ruolo fantasy di Capcom. Questa nuova serie promette di introdurre diverse novità nell’ormai affollato panorama dei GdR, attraverso una struttura open-world che punta tutto sul combattimento e sulla spettacolarità degli scontri. Con ben due prove dirette alle nostre spalle ci siamo finalmente cimentati con la versione finale del gioco per capirne a fondo il vero potenziale e fornirvi il nostro giudizio definitivo.

Il Gioco

Dragon's Dogma racconta la storia di una razza di prescelti denominati Arisen, degli eroi leggendari in grado di salvare il mondo dall’oscura minaccia dei draghi. Nel prologo assistiamo infatti alle fasi finali di una battaglia che ha condotto un Arisen fino alla tana di un drago dove si sta per compiere il suo destino, ma quello che accade dopo non ci viene mostrato e l’esito di quello scontro, per il momento, riamane un’incognita. Quanto invece ci viene mostrato successivamente ci riguarda molto più da vicino; qualche tempo dopo, un enorme drago appare nel cielo e attacca un piccolo villaggio in riva al mare dove vive il nostro personaggio, un pescatore ignaro del destino che lo attende. Il drago infatti, una volta giunto a terra, incomincia a distruggere tutto ed uccidere gli inermi abitanti che non riescono a sfuggire alla sua ira. L’unico che ha il coraggio di opporsi è proprio il giovane pescatore del quale assumiamo il controllo; la battaglia è ovviamente già segnata in partenza, e dopo pochi attimi ci ritroviamo tra le grinfie del drago che però, invece di ucciderci, ci estrae il cuore per portarselo via con sé, lasciandoci tramortiti sulla spiaggia. Al nostro risveglio scopriamo con somma meraviglia che, nonostante la grave perdita, siamo ancora vivi e in perfetta forma. Appena il tempo di alzarci dal letto e muovere i primi passi, ed ecco che entriamo in contatto telepatico col drago che ci esorta a prepararci al meglio per quando lo dovremo affrontare se intendiamo riavere indietro il nostro cuore. Capiamo così di essere proprio noi il nuovo Arisen e che spetta a noi stavolta iniziare il lungo viaggio verso il rifugio del drago per sconfiggerlo, riprenderci il cuore e salvare l’umanità dalla furia della bestia alata.

Un compito così importante necessita però di aiuto; per questo nella nostra avventura saremo accompagnato da altri guerrieri conosciuti come pedine. Questi soldati sono degli esseri provenienti da un'altra dimensione e privi di una loro volontà, del tutto fedeli ed obbedienti al loro padrone, l’Arisen. Con l’aiuto di queste pedine dovremo cercare di guadagnarci il privilegio di entrare a far parte dell’esercito del Duca di Gransys, il regno dove è ambientato Dragon's Dogma, dando prova del nostro valore e della nostra forza. Il pericolo infatti non è rappresentato solo dallo spaventoso drago; le grandi distese che ricoprono la mappa di gioco sono popolate da creature mostruose che dovremo eliminare per riuscire ad ottenere udienza con il Duca Edmun e poter usare il suo esercito e i relativi avamposti e fortezze sparsi nel regno come supporto tattico per raggiungere il nostro scopo finale.

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La struttura di Dragon's Dogma è infatti open-world e ci permette fin da subito di esplorare in lungo e in largo ogni angolo del mondo disponibile, salvo rare limitazioni, tenendo conto però che non è difficile imbattersi in chimere, orchi o golem giganteschi che ovviamente nelle prime fasi di gioco risultano troppo difficili da sconfiggere. Per questo dopo avere scelto una classe per il nostro Arisen ed averlo personalizzato come più ci aggrada, dovremo scegliere con altrettanta cura le pedine da inserire nella nostra squadra e incominciare a completare una lunga serie di incarichi per guadagnare denaro per potenziare il nostro equipaggiamento e punti esperienza per salire di livello ed avere, in fine, delle concrete possibilità di sconfiggere il drago una volta per tutte. Per maggiori approfondimenti sulle classi disponibili, sull’editor, sui controlli e sul sistema di gestione delle pedine vi invitiamo a leggere il nostro precedente hands-on.

I combattimenti, che sono il cuore pulsante dell’intera produzione Capcom, sono tutti in tempo reale con un orientamento decisamente action che punta molto sulla spettacolarità degli scontri, soprattutto con nemici di medie e grandi dimensioni. Non sono poi rare le battaglie molto affollate in cui a fianco ad esempio di un ciclope o di un troll troviamo anche gruppi di piccoli goblin a complicare la situazione e a mettere a dura prova l’affiatamento della nostra squadra. A tale proposito è importante sottolineare come ogni pedina sia in grado di imparare nuove tecniche e memorizzare informazioni riguardo ai nemici e alle missioni affrontate: questo si ripercuote in maniera tangibile sulle loro prestazioni future. Per questo motivo Capcom ha introdotto un interessante sistema online che permette agli utenti di scambiarsi le pedine e di cercare, attraverso una serie di filtri, le pedine migliori e più adatte a una determinata missione. Allo stesso modo è possibile mandare le nostre pedine al servizio temporaneo di altri giocatori, col vantaggio che poi ritorneranno nella nostra partita portando con loro gli oggetti guadagnati e l’esperienza maturata. Questo procedimento è possibile anche quando si gioca offline, anche se in questo caso la scelta è ovviamente ristretta alle sole pedine che vengono generate dal gioco.

Amore

Pedine vincenti

- Introdurre delle vere novità, funzionali e convincenti, non è una cosa facile ma Capcom è riuscita a re-inventare la figura del classico membro del party che abbiamo imparato a conoscere in tanti giochi di ruolo. Le pedine svecchiano completamente il vecchio ruolo dei compagni d'avventura e diventano delle figure dinamiche in grado quasi di non farci sentire la mancanza di una cooperativa reale, perché combattono in modo intelligente, a volte seguendo le nostre indicazioni, altre volte agendo di loro spontanea volontà ma con azioni sempre sensate e coerenti e soprattutto ben contestualizzate. Inoltre spesso ci parlano, suggerendoci tattiche o dispensando consigli sulla missioni in corso, rendendo i tempi morti dell’esplorazione meno noiosi e facendoci sempre sentire il loro supporto. Durante i combattimenti si può toccare con mano tutta la bontà delle loro routine comportamentali ed è davvero piacevole non doversi preoccupare continuamente di impartirgli ordini mentre magari siamo già impegnati ad affrontare un nemico particolarmente ostico. Ottima poi la possibilità di gestire queste figure attraverso il sistema di scambio online che permette un continuo aggiornamento del nostro party per adattarlo ai diversi momenti di gioco. Personalmente infatti ho cambiato diverse volte le classi delle mie pedine e ogni volta ho ottenuto risultati differenti; nelle parti finali dell’avventura sono riuscito ad avere la meglio proprio attraverso un drastico stravolgimento del party che fino a quel momento invece mi aveva supportato benissimo.

Action impegnativo

- Come già accennato precedentemente, Dragon's Dogma si basa principalmente sull’esplorazione e sugli scontri piuttosto che su un sistema di dialoghi profondo e articolato, per questo il sistema di combattimento offerto è relativamente semplice ed immediato come in un gioco action, ma riesce comunque ad offrire una sfida impegnativa e soddisfacente. La vera novità qui è rappresentata dalla possibilità di poter scalare i nemici più grandi, aggrappandoci ad essi per cercare magari di arrivare più facilmente ai loro punti deboli. I nemici però non se ne stanno certo fermi a farsi colpire sulla testa, ma reagiscono sempre in modo molto logico e coerente, ad esempio buttandosi sulla schiena per schiacciarci, nel caso ci fossimo arrampicati da dietro, oppure volando in altro per poi farci perdere l’equilibrio nel caso di bestie alate come arpie, dragoni o cocchiere. Il sistema di potenziamento delle abilità ci viene incontro offrendoci una ricca serie di mosse e combo da equipaggiare per potere variare le nostre tecniche d’attacco, oltre a un gran numero di abilità passive da attivare e utili a migliorare le prestazioni del nostro Arisen. Infine la possibilità poter cambiare la nostra classe e passare ad esempio da un guerriero ad un mago senza perdere il livello raggiunto, permette di provare diversi stili e tattiche senza perdere i vantaggi accumulati fino a quel momento.

Non solo draghi

- Altro aspetto davvero riuscito in Dragon's Dogma è il bestiario, non tanto per varietà quanto piuttosto per la qualità riposta nella realizzazione dei nemici, soprattutto in quelli più grandi. Il drago è ovviamente il padrone della scena: lo scontro col drago del prologo è davvero bello e permette di ammirare l’enorme bestia in tutta la sua maestosità, con animazioni perfette e convincenti che lo rendono, a mio modesto parere, il drago più bello e credibile mai visto in un videogioco grazie anche alle sue enormi dimensioni che rispecchiano esattamente le misure, nell’immaginario collettivo, che un drago dovrebbe avere. Fortunatamente la stessa cura è stata riposta anche nella modellazione degli altri mostri che incontriamo nella nostra avventura, come gli orchi, i ciclopi, i troll, le chimere, le arpie, i dragoni (in scala più piccola rispetto al drago ma sempre molto curati), le cocchiere, l’idra ed i golem. Questi ultimi in particolare offrono una sfida davvero degna di nota, a causa dei punti deboli da distruggere spesso situati in posti difficili da raggiungere, come sotto ad un piede; buttarli giù può richiedere anche 30/40 minuti di combattimento continuo ma poi vederli crollare a terra e sbriciolarsi è davvero una grandissima soddisfazione.

La fine che non ti aspetti

- La storia di Dragon's Dogma parte bene, con uno spunto interessante ed originale ma poi fatica a decollare e sembra perdersi nel mare di missioni primarie e secondarie che allontanano il giocatore dall’intreccio narrativo principale. I progressi della main quest vengono centellinati e sparsi forse un po’ troppo tra un combattimento e l’altro e il ritmo, verso metà gioco, ne risente inevitabilmente. Ma proprio quando gli eventi sembrano precipitare nell’ovvio e nel retorico e la trama si avvicina ad una conclusione che sembra scontata fin dal prologo, Dragon's Dogma ci sorprende stravolgendo le carte in tavola. E’ difficile parlare di questa fase del gioco senza rovinarvi la sorpresa; posso solo dire che ad un certo punto dovremo fare delle scelte, una in particolare sarà drastica e porterà il giocatore a terminare l’avventura senza possibilità di tornare indietro (il gioco sovrascrive in automatico sempre sullo stesso file), mentre un’altra permetterà di allungare di parecchie decine di ore la permanenza del dvd nel lettore della nostra console. Insomma, chiunque abbia voglia di esplorare fino in fondo le terre di Gransys e i suoi misteri, sarà ben felice di sapere che il gioco offre questa possibilità, che di fatto prolunga abbondantemente la longevità del titolo che altrimenti richiede ai giocatori circa 30/35 ore per portare a termine la storia principale con annessa qualche missione secondaria.

Odio

Molto fantasy, poco epico

- Il problema principale di Dragon's Dogma è che manca di momenti davvero unici ed esaltanti, di quelli che rimangono scolpiti nella memoria di un giocatore che poi magari ne continua a parlare per parecchio tempo e li usa come termini di paragone per i giochi simili. Forse per colpa di un sistema di dialoghi molto datato e statico in cui gli npc rimangono quasi sempre fermi al loro posto e ripetono le stesse frasi all’infinito, o forse per via di un sistema di respawn per nulla dinamico in cui gli stessi nemici riappaiono sempre negli stessi posti ogni volta che ripassiamo in quei punti, ma qualcosa che non funziona. Il fatto stesso che il nostro personaggio non parli mai, anche in situazioni eclatanti dove ti aspetti una bella risposta che però non arriva mai e trasforma di fatto il nostro Arisen in un manichino senza anima con in quale è davvero difficile entrare in empatia. Anche la storia, nonostante la parte finale, manca di quei momenti salienti ed epici che una produzione del genere dovrebbe vantare proprio perché si propone come nuovo punto di riferimento del genere fantasy. Gli ingredienti ci sono tutti ma non sono stati mescolati a dovere e il pathos che un viaggio così lungo e importante dovrebbe trasmettere non c'è, ed è un vero peccato. Bisogna poi sottolineare poi la mancanza del doppiaggio in italiano, con una folta serie di sottotitoli da leggere anche durante gli scontri più concitati e che non risultano assolutamente la scelta migliore per immergersi nell’atmosfera del gioco.

Da lontano è meglio

- La realizzazione tecnica di Dragon's Dogma è purtroppo minata da troppi bassi e supportata da pochi alti. A parte le ottime animazioni dei nemici, soprattutto dei boss, il resto lascia parecchio a desiderare a partire dalle pessime texture in bassa risoluzione che rivestono quasi tutti i personaggi umani del gioco, il nostro Arisen compreso. Durante le cut-scene o i dialoghi è infatti impossibile non notare come le armature, i vestiti, i disegni sugli scudi ecc. siano tutti realizzati in bassa risoluzione, al punto che inizialmente si tende a pensare che alcune superfici debbano ancora essere caricate ma purtroppo non è così. Questo difetto sarebbe in parte giustificato se il numero di npc fosse tale da richiedere sforzi hardware di un certo livello, ma le città sono popolate da un numero talmente esiguo di persone che è davvero difficile credere che questi problemi siano legati ai limiti della console. Inoltre quando si indossano particolari armature, cappe, scudi o armi di grandi dimensione si assiste frequentemente a vistosi problemi di compenetrazione poligonale che rendono spesso molte situazioni ed animazioni poco credibili e davvero brutte da vedere. L’aspetto peggiore è però il fastidioso pop-up che lascia apparire persone ed oggetti a volte solo quando ci avviciniamo a pochi centimetri; l’esempio più eclatante si nota nella sala del Duca quando, mentre camminiamo sul tappeto rosso verso il trono, assistiamo, passo dopo passo, all’improvvisa apparizione di schiere di npc ai nostri lati dove un istante prima c’era il vuoto! Un effetto così marcato di pop-up è un difetto sul quale è impossibile chiudere un occhio anche per chi non dà molta importanza al lato tecnico/grafico di un gioco, anche perché si ripete puntualmente mentre camminiamo lungo le distese all’aperto ed ogni tanto ci appaiono delle persone davanti o a fianco come per magia. A questo punto è lecito domandarsi il motivo delle bande nere sopra e sotto lo schermo, che in teoria sarebbero dovute servire ad ottimizzare la grafica, alleggerendo lo sforzo delle console per permettergli di gestire meglio tutta la mole poligonale presente.

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Questo posto l’ho già visto...

- L’ area di gioco dove si svolge la nostra avventura è oggettivamente molto grande, basti pensare che terminando la sola quest principale si sblocca a malapena metà mappa mentre il resto della cartina rimane celato dietro un'imperscrutabile nube bianca. E’ quindi un peccato constatare una ripetitività degli scenari a dir poco imbarazzante; il paesaggio offerto dalle terre di Gransys è praticamente un’unica distesa fatta di pianure e colline e delimitato da spiagge sempre uguali. Dopo qualche decina di ore spese a girovagare per la mappa il senso di déja-vu si fa sempre più forte e opprimente, e la speranza di essere sorpresi da uno scorcio nuovo e suggestivo lascia ben presto il posto a delusione e rassegnazione. In questo senso il lavoro svolto dagli artisti del gioco è davvero mediocre e affossato ulteriormente dalla realizzazione di castelli, fortezze e avamposti anch’essi tutti uguali, con interni troppo scarni e vuoti anche quando si tratta di appartamenti regali, e comunque mai davvero d’impatto.

Camminare non fa sempre bene

- Un altro aspetto di Dragon's Dogma difficile da digerire è la totale mancanza di mezzi di trasporto come cavalli o carrozze, carenza che di fatto ci costringe a continue camminate per raggiungere le varie destinazioni. In un primo momento questo problema sembra irrilevante perché si ha voglia di esplorare al meglio ogni centimetro della mappa e affrontare ogni nemico per crescere di livello, ma dopo una decina di ore, quando si realizza appunto che il paesaggio è fondamentalmente tutto uguale, la cosa incomincia a pesare un bel po’. Inoltre molte, troppe, missioni sono studiate appositamente per farci fare di continuo avanti ed indietro tra gli stessi posti, magari solo per sentirci dire da un committente di una missione che dobbiamo tornare indietro da dove siamo venuti per riprendere un oggetto o parlare con un altro npc e poi ritornare di nuovo da lui, e il tragitto a volte può distare anche 20/30 minuti a tratta! Insomma, spesso si ha la sensazione che gli sviluppatori abbiano voluto allungare il brodo strutturando alcune quest in modi assurdi e illogici che rischiano anche di infastidire il giocatore più paziente. Le uniche alternative a questi lunghi viaggi sono le pietre del teletrasporto, che però permettono di ritornare solo alla capitale, cioè Gran Soren, oppure i cristalli del trasporto che possiamo posizionare dove vogliamo per tornarci in qualunque momento. Il problema è che le pietre svaniscono dopo un solo utilizzo e comprarle costa davvero molto, almeno fino ad un punto avanzato del gioco quando si incominciano ad avere crediti a sufficienza, mentre i cristalli sono rarissimi da trovare e da comprare, e a fine partita quelli posseduti si contano sulle dita di una sola mano! Davvero troppo poco per snellire un sistema di esplorazione che rischia troppo spesso di trasformarsi in frustrazione appesantendo davvero tanto, come un’enorme zavorra, il ritmo del gioco.

Tiriamo le somme

A Capcom va riconosciuto l’enorme sforzo fatto per una produzione del genere e il coraggio di rischiare e gettarsi nella mischia con un gioco del tutto nuovo in momento in cui sequel, prequel e spin-off imperversano sul mercato. Dragon's Dogma è però è avvolto da troppe ombre che ne oscurano le piacevoli novità che il titolo offre, come l’introduzione delle pedine e la loro gestione che rappresentano indubbiamente una boccata di aria fresca nel panorama videoludico, così come il sistema di combattimento che permette, per la prima volta in un gioco di ruolo, di sfruttare mosse e abilità degne dei migliori action. Ma tutto questo non basta quando le buone idee si scontrano con una realizzazione tecnica mai veramente performante e minata da troppe incertezze grafiche oltre che da una direzione artistica tutt’altro che ispirata, oltre che con alcune forzature di troppo nelle varie missioni. Fortunatamente gli scontri con i boss più grandi ed un finale che non ci aspetta davvero riescono a mantenere Dragon's Dogma un titolo degno di interesse e che merita di essere provato, in attesa di un eventuale sequel che speriamo corregga tutte le imperfezioni che purtroppo affliggono l’esordio di questa nuova serie.
8.0

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