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Mirror's Edge
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Mirror's Edge - Eyes-on

Dopo avervi parlato di Dead Space e Mercenaries 2, è finalmente tempo di raccontarvi del terzo gioco mostratoci da EA presso i suoi uffici milanesi, come parte di una serie di presentazioni che hanno permesso ai giornalisti italiani di visionare di persona i titoli che la casa americana mostrerà tra pochi giorni all'E3 2008. Si tratta dello spettacolare "platform game in prima persona" Mirror's Edge, del quale ci sono stati mostrati due livelli.

Mirror's Edge - Eyes-on

Un platform game... in prima persona!
Prima di descrivervi cosa ci è stato mostrato del gioco, facciamo un piccolo accenno alla trama, affidata alla scrittrice Rhianna Pratchett: in una città contemporanea senza nome (scelta precisa degli sviluppatori) la vita scorre in modo perfetto, ma lo scotto da pagare a questa mancanza di problemi è l'assenza di parecchie libertà. Molte persone hanno accettato questa condizione di apparente perfezione, ma non Faith e con lei molti runner, dei ribelli del pensiero libero che a costo della vita trasportano informazioni al confine di questa idilliaca prigione dorata. Quando la sorella di Faith, ormai soggiogata per sua stessa volontà a questo stile di vita, si trova invischiata in problemi più grossi di lei ed accusata ingiustamente di un crimine, costringerà la nostra impavida eroina ad infrangere il confine ed entrare in quella società che sta combattendo, varcando il "bordo dello specchio", in inglese appunto Mirror's Edge.

Come vedete la storia è ben articolata e farà da preludio a tutte le avventure di Faith, la giovane ma espertissima protagonista del gioco. La visuale è in prima persona ma con grande presenza fisica della protagonista, si noteranno infatti anche i piedi e le mani di Faith in modo da mettere in risalto il fatto di stare impersonando un personaggio e non una semplice telecamera fluttuante dotata di mirino come in alcuni FPS.

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Lo stile di gioco è influenzato da parecchi fattori, sia dentro che fuori il mondo dei videogiochi: l'abilità della protagonista di correre e saltare da un palazzo all'altro sfruttandone tutti gli elementi architettonici, può richiamare alla memoria le acrobazie di Ninja Gaiden oppure Prince of Persia ma le orme che Mirror's Edge percorre sono quelle del Parkour, una disciplina metropolitana nata in Francia che lega l'estrema agilità con spettacolari acrobazie utili per superare degli ostacoli normalmente insormontabili. Questo è lo stile di Faith, raggiungere l'obbiettivo evitando acrobazie inutili e facendo solo quelle che le permetteranno di arrivare in modo veloce e sicuro a destinazione.

Passiamo ora al gioco vero e proprio: la cosa che colpisce subito è lo stile grafico unico, con colori accesi e ben evidenziati insieme a scelte stilistiche quasi minimalistiche ma estremamente funzionali. Le visuali di Mirror's Edge non puntano al realismo a tutti i costi, ma vogliono dare qualcosa di funzionale allo stile di gioco. Se poi aggiungiamo un ottimo accompagnamento musicale (per quello che siamo riusciti a sentire ovviamente), abbiamo fra le mani un titolo dall'ottimo potenziale. Per quanto riguarda l'architettura della città, gli sviluppatori ci hanno spiegato che è stata influenzata da altre metropoli già esistenti come Singapore, Dubai, New York e Madrid.


Guarda come dondolo
All'inizio della presentazione del gioco ci è stato mostrato come questo si basi sull'estrema semplicità e accessibilità del proprio sistema di controllo. Ci viene spiegato che per i trick si utilizzano soltanto due pulsanti, uno per il salto l'altro adibito all'atto di chinarsi, e tutte le evoluzioni saranno quindi contestuali in base alla propria posizione, velocità ed approccio all'ostacolo: queste non saranno automatiche ma andranno a buon fine solo se eseguite in modo corretto. Un'altra caratteristica subito visibile, ed ormai rilevabile in sempre più giochi di nuova generazione, è la totale assenza di elementi di interfaccia sullo schermo, quindi niente bussole, energia o quant'altro, solo un puntino al centro per posizionarsi in modo accurato. La gestione della salute è quella ormai classica, la visuale si offusca quando si subiscono troppi danni e basta trovare riparo per ripristinare la propria energia vitale.

Faith è poi in grado di utilizzare una sorta di bullet-time chiamato per l'occasione "reaction time" che permette alla nostra eroina di avere una sorta di ampliamento dei propri sens. Ci è stato spiegato che il nostro alter ego non ha abilità paranormali, e tutto quello che può eseguire non è sovraumano: il reaction time è quindi stato paragonato ai sensi acuiti di professionisti, che in determinate occasioni hanno tempi di reazione più veloci rispetto alle persone normali, quindi non è il tempo a fermarsi bensì sono i nostri sensi ad essere potenziati.

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In fase di combattimento potremo colpire il nostri avversari e disarmarli sempre utilizzando mosse coreografiche come salti sui muri e arti marziali, di cui Faith è esperta. Potremo quindi prendere in prestito le armi e sforacchiare i bifolchi di turno, ma in questo caso la nostra eroina perderà parte della propria agilità, per cui si è obbligati a lasciare i vari strumenti bellici trovati per garantirci la possibilità di saltare a arrampicarci nuovamente. Il titolo, per quel poco che abbiamo potuto vedere, sembra abbastanza lineare, potremo però scegliere se affrontare gli avversari oppure scappare, non c'è la necessità di spargere sangue tranne dove non se ne potrà fare a meno, in termini di trama presumiamo. I livelli non presentano puzzle particolari e la vera sfida sta nel raggiungere i vari punti ed avanzare negli stage, e per evitare frustranti avventure è stato inserito un sistema a checkpoint. Un'ultima ed importantissima feature del gioco è la runner vision, che permette al giocatore di trovare gli oggetti giusti da sfruttare per raggiungere la propria meta, evidenziandoli in un acceso colore rosso.


Conclusioni
Alla fine della presentazione di Mirror's Edge, ne usciamo con l'idea che non si tratti di un semplice gioco di corsa sui tetti, ma di un'avventura decisamente più articolata. Gli sviluppatori ci hanno inoltre garantito che ci saranno molte location diverse, ma le nostre paure non sono relative alla varietà dei livelli, quanto ad una potenziale monotonia del titolo, che potrebbe rivelarsi afflitto dalla "sindrome di Assassin's Creed", proponendoci ciclicamente le stesse azioni (corri, salta, uccidi qualche nemico, corri, e così via), seppur in un contesto visivamente spettacolare. Siamo solo ad una prima visione del titolo, che però ci fa intravedere che queste paure potrebbero non essere fondate. Se lo sviluppo della storia sarà di alto livello avremo fra le mani un ottimo titolo, con una protagonista dal grande fascino. Il gioco uscirà entro la fine dell'anno e ci è stata garantita una completa localizzazione in italiano: non ci resta che attendere, per potervi proporre una analisi più approfondita del gioco.

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